Per sempre giovani
Il circolo virtuoso della longevità
Accingendomi a scrivere queste righe, la mia mente non può fare a meno di riandare a un pomeriggio di ventidue anni fa. Quel giorno discutevo la mia tesi di laurea. Applausi, bacio accademico, festeggiamenti.
Poi, una volta rimasto solo con me stesso, ricordo la stanchezza ma anche la gioia di aver raggiunto quel traguardo, e proprio mentre mi cullavo in quelle sensazioni e ne assaporavo la dolcezza mi sopraggiunse un pensiero che è ancora oggi perfettamente nitido. Un pensiero che mai in quel momento avrei immaginato essere così fedele a quanto sarebbe accaduto negli anni successivi: Adesso è passata un'ora dalla laurea, poi ne passeranno due, poi dieci, poi passerà un giorno, poi dieci, poi un anno, poi dieci... Mi ricorderò di questo momento?
Evidentemente a livello inconscio percepivo che gli anni a venire sarebbero stati per me densi di emozioni, belle ma anche molto brutte. La partenza fu fantastica. Ero lanciato nella carriera accademica e introdotto nelle cerchie culturali più influenti di quel periodo. Ci fu anche chi preconizzò per me una carriera fulgida. Ma il destino aveva in serbo sorprese ben diverse.
Dovevo capirlo: più indirizzavo la mia vita in quella direzione tanto agognata, e più gli eventi mi allontanavano dalla meta. Fino a quando un'ondata di marea mi travolse definitivamente. Dovetti rinunciare a tutti i miei sogni e mi ritrovai, non ancora trentenne, a salvare il salvabile. Dalle stelle alle stalle in un istante. Mio padre, maestosa figura di medico ancora oggi compianto dalle sue ex pazienti, venne a mancare e io dovetti rilevare l'unica cosa che ancora poteva essere tratta in salvo: la sua libera professione. Ricordo una domenica in cui chiusi per l'ultima volta i miei amati libri e mi tuffai in un altro mondo di conoscenze, a me quasi del tutto ignoto.
Ho avuto molte difficoltà a comprendere profondamente i pensieri e le aspettative delle donne che venivano da me per sottoporsi a una visita al seno, e ho commesso diversi errori. Ma ogni volta ho avuto la fortuna di soffermarmi a pensare a come poterli correggere. Questo mi è stato utile più volte nel corso degli anni, e senza i generosi doni che ho ricavato dalla riflessione oggi non sarei qui a scrivervi.
Praticando la professione, infatti, mi resi rapidamente conto che tutto quello che potevo fare era scoprire, tra mille difficoltà diagnostiche, un nodulo ancora piccolo e cercare di distinguerlo tra migliaia di noduli quasi tutti uguali. Non incidevo affatto sulla storia della malattia, non avevo alcuno strumento per ridurne la probabilità di insorgenza. Che prevenzione era, allora?
Parallelamente ai dubbi professionali sorsero dei dubbi personali, in particolare sul mio stato di salute. Il vorticoso concatenarsi degli eventi mi aveva portato a praticare orari di lavoro assurdi, a soddisfare gli elementari bisogni fisiologici solo quando era possibile e alla totale inattività fisica. Sottoposto a un carico spaventoso, il mio corpo andò in cortocircuito sviluppando una miriade di patologie. E non sapevo come uscirne.
Deluso da una serie di terapie farmacologiche, cominciai ad avvicinarmi alle medicine «altre». Fu a questo punto che entrò in scena il dottor Duranti. O, meglio, tornò in scena. Figlio di un caro amico e collega di mio padre, ci conoscevamo sin da piccoli, ma poi ci eravamo perduti. Non rammento come avvenne l'incontro, però ricordo perfettamente una sera di quattordici anni fa a casa sua, una cena trascorsa a parlare di questi approcci «altri» alla medicina. Da lì la sua irresistibile ascesa come icona vivente dello stare bene.
Mattone dopo mattone, e con continui confronti con il sottoscritto e molti altri professionisti, negli anni il dottor Duranti ha sviluppato un metodo che anch'io seguo da parecchio tempo. Anzi, a mano a mano che il metodo prendeva forma lo assimilavo nella mia quotidianità, tanto da identificare con esso la mia stessa vita. Questo metodo, infatti, non mira semplicemente a curare, ma a stare bene valorizzando anche aspetti in apparenza molto lontani dal benessere, come la gestione delle proprie risorse o del proprio tempo. Una vera fucina del saper vivere.
Il mio percorso è stato più lento rispetto a quello del dottor Duranti, ma comunque non privo di esperienze positive e soddisfazioni. In particolare, sapevo da tempo che nello sviluppo dei noduli al seno c'entravano gli ormoni, sebbene non avessi ancora capito esattamente come. La cosa sorprendente fu scoprire che anche le mie patologie avevano una causa ormonale e che probabilmente in ogni malattia c'è, per così dire, lo «zampino» degli ormoni, che vanno a braccetto con il sistema immunitario e quello nervoso.
Sull'onda di questo entusiasmo ho frequentato i migliori studiosi della materia e consultato un'infinità di pubblicazioni. Oggi sono qui a proporvi il frutto del mio cercare. Combinato con il metodo del dottor Duranti e con la sua capacità di comunicazione, penso si tratti di una «miscela» davvero potente che vi permetterà di preservare la vostra salute e vivere più a lungo.
Gianluca Pazzaglia
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